Stabilito che la plusdotazione o giftedness è oggetto di studi e ricerche scientifiche e soprattutto in America e nei paesi Anglo-Sassoni dove sono nate scuole che ormai da decenni si occupano dello sviluppo del talento, è importante saperli riconoscere e gestirli al meglio anche nel nostro paese.
I bambini ‘gifted’ sono precoci e rapidi negli apprendimenti, presentano uno spiccato pensiero creativo e pongono domande esistenziali, generalmente hanno un linguaggio forbito appena imparano a parlare e sono autodidatti nella lettura, scrittura e nel calcolo. (Si tratta del 5% della popolazione studentesca, un numero che non può essere assolutamente trascurato dalla scuola in primis ma dall’intera società moderna.)
Hanno una memoria eccezionale e dispongono di una serie di informazioni precise e dettagliate a seconda delle loro aree di interesse.
Utilizzano il pensiero divergente spontaneamente e trovano più soluzioni ad un unico problema, sono caratterizzati da un’emotività profonda e ipersensibile.
Apparentemente non necessiterebbero di nessun aiuto particolare e dovrebbero essere destinati al successo scolastico, ma in realtà è vero il contrario. Spesso questi bambini si annoiano a scuola, detestano le continue ripetizioni e non capiscono perché debbano studiare contenuti che loro hanno già imparano in fretta e senza fatica, restando così in stand-by e deprimendosi. Il fatto di essere diversi mina la loro autostima e lo scoraggiamento insieme alla mancanza di stimoli appropriati li fa andare in ‘underachievement’ a volte fino all’abbandono scolastico.